Monday, March 23, 2009

Storia di un Week-End Brianzolo (Parte III).

CHAPTER III

…ed il settimo giorno Dio si riposò!
Cosi recita uno dei romanzi più venduti nelle librerie del mondo,una di quelle storie che ha tenuto con il fiato sospeso milioni di lettori,compresi sicuramente alcuni di voi. Giocando proprio su questo fatto (notoriamente siamo degli abili uomini di marketing), la Cool Kids Productions ha deciso di portare di domenica in terra brianzola una delle migliori punk rock band europee, gli olandesi The Apers, di passaggio in Italia insieme agli austriaci The Ratcliffs.
Una scommessa vinta, con un discreto pubblico che si è divertito e ha fatto divertire anche le bands, consapevoli del fatto che in Italia, tolti i grossi nomi, la gente è sempre meno partecipe e poco incline a far festa.

Dopo la meritata cena e le sempre ben apprezzate birre, la serata parte con i Killer Sound, gruppo locale chiamato per aprire le danze e cominciare a scaldare l’ambiente. Mezzora di punk rock un po’ hardcorizzato, un po’ anni 90 e un po’ moderno, un po’ di canzoni inedite e un po’ di cover, tra cui “Stickin’in my eye” dei Nofx cantata da Kevin Aper. Insomma un po’ di tutto… e il mio giudizio è un po’… che in realtà non vuol dire niente ma suona un po’ come la tipica frase degli addetti ai lavori seri e professionali “niente di nuovo ma fatto discretamente”.

Dopo il cambio palco si posizionano i The Ratcliffs, giovanissimo trio austriaco per la prima volta in Italia.Partono veloci, canzoni in pieno Ramones Style, veloci, divertenti e attitudine punk rock, quella che piace a me, perché non dimentichiamoci mai che se anche non si sa suonare benissimo, questo genere ti permette di farlo davanti a gente come te, che apprezza e ti incoraggia. Trenta minuti anche per loro, in cui presentano canzoni del loro cd e fondamentalmente superano l’esame del pubblico, che muove la testa e il piede. Mi sono piaciuti e credo che anche noi siamo piaciuti a loro… e non sto parlando di attrazione fisica eh…


E a proposito di attrazione fisica, ecco che si presentano sul palco i Teenage Gluesniffers, gruppo di cui non dovrei parlare, ma visto che sono stato incaricato di scrivere questo report,non sarebbe professionale non parlarne, quindi lo faccio! Il trio di Bussero (la città di provenienza viene sorteggiata ogni volta) è ormai una sicurezza, possono piacere o non piacere, ma nessuno può dire che non hanno raggiunto ormai una certa maturità. Partono sicuri con qualche variazione sulla scaletta, “Sick Sad World” e “Brainwash”, poi via veloci e sparati verso canzoni gia conosciute come “Under the stairs” e “Back to the 90’s”. Da qualche tempo non sbagliano più un colpo, e anche in questa serata l’hanno dimostrato. Chiudono il concerto sforando un po’ con il tempo (me ne assumo la colpa, mi sono dimenticato di avvisarli) con la cover di “Ha Ha you’re dead” dei Green Day, tutti felici e tutti contenti anche se l’orologio segna già 00.45.

A tempo di record Kevin Aper, Kelvin Centerfold e Ivo Backbreaker si sistemano sul palco e sono pronti a far partire i loro decibel. Ho visto gli Apers svariate volte, anche nella loro terra, e ogni volta rimango a bocca aperta per la semplicità con cui si divertono ancora dopo tanti anni. Tra l’altro ritengo Kevin una specie di fratello maggiore, ci separano 2 anni di nascita ma ci unisce la stessa passione per il punk rock, che non se ne va nonostante la carta d’identità.
Partono come sempre con le prime tre canzoni del loro ultimo disco ufficiale, su “Reanimate my heart”, come sempre, i cori del pubblico sovrastano quelli di Kelvin, che non smette mai di ridere con in mano la sua chitarra (ha abbandonato la Mosrite per una più umile Gibson). Ivo dietro le pelli è una macchina, con il suo solito stile a schiena dritta e braccia che mulinano quarti, ottavi, sedicesimi e cazzi vari. Avevo chiesto un pezzo nuovo che avevano suonato a Brescia a Novembre e mi accontentano, si tratta di “Please come back to me I can’t live without you”, una canzone che appena sarà pubblicata diventerà un inno, per la sua semplicità e per la sua fottutissima melodia. Un piccolo gioiello. Non sbagliano un colpo, Kevin si scalda e comincia a interagire con il pubblico a modo suo, racconta storie che nascono nella sua testa malatissima e fanno divertire solo per il modo n cui le dice. Il concerto passa tra canzoni datate come “You think you’re so damn funny” a pezzi del nuovo album in uscita, poi a un certo punto partono con “It’s ok to hate me” e la gente apprezza e canta senza pensare che la settimana lavorativa è ormai alle porte. Chiudono con “It just don’t matter anymore” prima dei 3 pezzi conclusivi, un pezzo nuovo di cui non ricordo il titolo, “Debra Jean” dei Queers e la richiestissima “Eyes open wide”, che non può mai mancare ad un concerto della band olandese.


E’ l’una mezza, la gente sfolla, le bands smontano gli attrezzi del mestiere. E’ sempre il momento che odio, perché finisce la festa e bisogna salutare i propri amici e darsi l’arrivederci. Non importa il dove, il come e il quando, quello che mi interessa è sapere che tra qualche mese ci si rincontrerà, per suonare, bere e divertirsi tutti insieme, nel nome del nostro caro punk rock.

Kallo

No comments: